
Normative ambientali: tutte le leggi che tutelano l’ambiente
Le normative ambientali sono delle disposizioni di legge, emanate a livello sovranazionale, nazionale e regionale, che si pongono come obiettivo la tutela dell’ambiente e dei cittadini e la gestione responsabile delle risorse naturali, nel pieno rispetto dei diversi habitat e della flora e dalla fauna che li popolano.
Tali disposizioni, appartenenti alla branca del Diritto Ambientale, sono oggetto di costanti interventi di aggiornamento e di perfezionamento da parte del legislatore, data la pressante necessità di adeguare il quadro normativo ai continui cambiamenti e alle sfide che, anno per anno, anche l’Italia deve affrontare.
L’obiettivo principale di questo insieme di leggi è quello di favorire lo sviluppo dell’attività umana, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Normative ambientali in Italia: il Testo Unico Ambientale
A livello nazionale, i principali punti di riferimento in materia di tutela ambientale sono il Testo Unico Ambientale, noto anche con il nome di Codice dell’Ambiente (Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) e l’articolo 9 della Costituzione Italiana, risalente al 1946.
Il Testo Unico Ambientale è una dettagliata raccolta di norme, entrate in vigore il 29 aprile del 2006, come trasposizione sul territorio nazionale di una serie di direttive promosse dall’Unione Europea e articolate sulla difesa del suolo, sulla tutela delle acque, sulla gestione dei rifiuti e degli imballaggi, sulla bonifica dei siti contaminati, sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e sulle diverse sanzioni previste per ogni illecito.
In origine, tale decreto era suddiviso in cinque parti principali, composte da un totale di 318 articoli e corredate da 45 allegati, a cui sono state in seguito aggiunte altre due parti. Attualmente, il testo risulta suddiviso in questo modo:
- Parte I – Enunciazione delle disposizioni comuni e dei principi generali;
- Parte II – Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per quella d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC);
- Parte III – Gestione delle acque, disciplinamento degli scarichi, difesa del suolo e lotta alla desertificazione;
- Parte IV – Gestione dei rifiuti e modalità di bonifica dei siti inquinati;
- Parte V – Salvaguardia della qualità dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera;
- Parte VI – Tutela risarcitoria contro i danni ambientali.
Nel corso del tempo, il Testo Unico Ambientale è stato oggetto di importanti modifiche e integrazioni e corredato da una serie di decreti attuativi finalizzati all’applicazione sul territorio di quanto stabilito nei vari articoli.
Molti anni prima dell’emanazione del Testo Unico Ambientale, però, attraverso la promulgazione dell’articolo 9 della Costituzione, redatto il 29 Ottobre 1946, la Repubblica Italiana aveva già dimostrato di avvertire, con grande sensibilità e lungimiranza, la necessità di varare delle normative ambientali.
Tale articolo, infatti, riconosceva la necessità di tutelare il paesaggio naturale e il patrimonio storico e artistico nazionale, il diritto di godere di un ambiente salubre, la promozione di uno sviluppo culturale, tecnico e scientifico e la volontà di punire in modo esemplare, attraverso apposite norme del Codice Penale, chiunque avesse danneggiato le bellezze naturali nazionali.
È, però, solo grazie all’emanazione del Testo Unico Ambientale che è stato possibile allargare il campo di applicazione di tali normative anche alla salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e dei diversi ecosistemi, stabilendo, inoltre, per la prima volta, l’obbligo, da parte delle aziende private, di non operare mai contro la salute umana o contro la natura, ma sempre nell’ottica di uno sviluppo il più possibile sostenibile.
In questa parte, è bene, infine, specificare che l’Italia, in quanto stato membro dell’Unione Europea, nel corso degli anni si è perfettamente allineata alle richieste di Bruxelles, condividendo i regolamenti e gli standard ambientali, stabiliti dalla Commissione, e sottoponendo periodicamente al controllo delle autorità preposte dettagliati rapporti in materia.
Normative ambientali e organi di controllo
In Italia, i principali organi di controllo, preposti a verificare che le normative ambientali vengano rispettate, sono:
- Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che svolge un ruolo generale di vigilanza e promuove pratiche ambientali virtuose e sostenibili;
- ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, istituito nel 2008 per il monitoraggio dello stato dell’ambiente, del consumo del suolo e delle risorse naturali;
- SINA, il Sistema Informativo Nazionale Ambientale, che svolge azioni di controllo, raccogliendo dati e informazioni utili a comprendere l’evoluzione dei fenomeni ambientali.
Le normative ambientali in Italia
Fermo restando il ruolo centrale che riveste il Testo Unico Ambientale, è utile specificare che, in Italia, sono state emanate e costantemente aggiornate, nel corso degli ultimi cento anni, altre importanti normative ambientali finalizzate a regolamentare, nel modo più dettagliato possibile, ogni aspetto legato alla salvaguardia della natura e della salute umana.
Tali norme, nell’ambito del diritto, vengono definite imperative o cogenti, poiché, per la loro importanza, devono essere obbligatoriamente rispettate dalle parti.
Per una più semplice comprensione dell’argomento, verrà esposto di seguito un rapido excursus delle più importanti normative ambientali, attualmente in vigore, elencate in ordine cronologico, in base cioè all’anno in cui sono state emanate.
Riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani
Il Regio Decreto n. 3267 del 1923 è nato con lo scopo di riordinare e di riformare la gestione dei boschi e dei territori collinari e montani, sottoponendo a vincolo idrogeologico i terreni che, per effetto di interventi di dissodamento, di cambiamento delle colture e di attività di pascolo, possono subire fenomeni di erosione e di perdita della stabilità o danneggiare il regime delle acque, con conseguenti danni alle comunità locali.
Lo scopo di tale decreto è quindi quello di proteggere l’ambiente naturale – in particolare, quello boschivo – senza precludere l’effettuazione di interventi sul territorio, ma vincolandola obbligatoriamente all’ottenimento preventivo di particolari autorizzazioni, rilasciate dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.
Legge sul riconoscimento e la salvaguardia delle aree naturali protette
La Legge n. 394 del 6 Dicembre 1991 classifica le aree naturali protette ed elenca ufficialmente tutte quelle presenti sul territorio italiano, da gestire secondo specifiche normative di tutela, attuabili in parte dallo Stato e in parte dalle Regioni, e le diverse violazioni da punire. Compito dello Stato è infatti quello di recepire le convenzioni internazionali e le direttive europee, oltre che di conservare e valorizzare le diverse riserve naturali terrestri, lacustri o marine; alle Regioni, invece, viene riconosciuta una funzione residuale.
La norma, inoltre, stabilisce i ruoli di due particolari organismi, la Conferenza Stato-Regioni e la Consulta tecnica per le aree naturali protette: il primo si occupa di definire le linee guida per l’assetto del territorio, mentre la seconda esprime pareri tecnico-scientifici in materia.
La legge sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via d’estinzione
La Legge n. 150 del 7 Febbraio 1992 è stata varata per applicare, anche in Italia, le norme introdotte a Washington il 3 marzo 1973 e relative alle modalità di commercio e di detenzione di animali vivi che possono risultare pericolosi per la salute pubblica.
Tale norma elenca, inoltre, dettagliatamente, le sanzioni previste per chi non rispetta i regolamenti vigenti in materia.
Le normative ambientali sui rifiuti
Il Decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997, noto come Decreto Ronchi, disciplina la gestione dei rifiuti, uno dei temi più importanti tra quelli relativi alla salvaguardia ambientale.
Emanato a integrazione e aggiornamento di una pregressa direttiva CEE, risalente al 1975 e finalizzata ad aumentare la sostenibilità ambientale, affronta, per la prima volta, tematiche come la prevenzione, il riciclo, il recupero circolare e la responsabilità delle aziende produttrici.
Inoltre, i rifiuti vengono qui distinti fra rifiuti domestici e speciali: con quest’ultima definizione, ci si riferisce a quelli derivanti dalle attività produttive e che devono essere smaltiti, secondo precise modalità e previa autorizzazione, dalle aziende stesse.
Il Regolamento sulla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali
Il Decreto Legislativo n. 357 dell’8 Settembre 1997 definisce le procedure per l’adozione della direttiva 92/43/CEE, detta Direttiva Habitat, e volte alla conservazione degli habitat naturali ai fini della salvaguardia della biodiversità all’interno degli stati membri della Comunità Europea.
Il decreto ruota sostanzialmente attorno alla rete ecologica Natura 2000, costituita da una serie di siti destinati alla conservazione degli habitat e delle specie che li popolano, e a uno specifico regime di tutela della flora e della fauna dettagliatamente elencate nei vari allegati.
La legge-quadro in materia di incendi boschivi
La Legge n. 353 del 21 Novembre 2000 attribuisce alle Regioni il compito di prevedere, prevenire e combattere attivamente gli incendi boschivi e riconosce allo Stato l’obbligo di aiutare a debellarli attraverso l’impiego dei mezzi aerei anti-incendio in sua dotazione.
La norma stabilisce inoltre il divieto assoluto di costruire sulle aree boschive, colpite da incendi, nei dieci anni successivi all’evento, all’interno dei comuni sprovvisti di piano regolatore.
La legge sull’orientamento e la modernizzazione del settore forestale
Il Decreto Legislativo n. 34 del 2018 è stato emanato per regolamentare la gestione del patrimonio forestale italiano, il più ricco d’Europa per biodiversità e caratterizzato da una filiera produttiva fra le più proficue del territorio nazionale.
Anche in questo caso, l’iniziativa è stata suggerita dalla Commissione Europea, che aveva riconosciuto l’importanza dell’uso del legno e dei suoi derivati, come fonte rinnovabile e poco dannosa per l’ambiente, e la necessità di promuovere una gestione sostenibile delle foreste, alla luce di obiettivi importanti come la realizzazione della transizione energetica, il parziale contenimento del cambiamento climatico e il pieno rispetto della biodiversità.
Scopo del decreto è quello di definire gli ambiti di competenza delle Regioni e dei Ministeri, in materia di silvicultura e di gestione delle filiere forestali, due ambiti ritenuti fondamentali anche per lo sviluppo economico delle aree rurali.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Il Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004, noto anche come Codice Urbani, regola in modo approfondito la tutela dei beni culturali e paesaggistici nazionali.
Fra le principali norme contenute, ci sono quelle che riconoscono come beni culturali le cose immobili di interesse artistico, storico, archeologico o etno-antropologico: sotto questa definizione, vengono raccolti non solo i beni architettonici, le collezioni culturali e i beni naturalistici e paesaggistici, anche immateriali, ma anche le carte geografiche e il materiale fotografico e audiovisivo.
La legge sulla qualità dell’aria
Il Decreto Legislativo n. 155 del 13 Agosto 2010 promuove sul territorio nazionale l’attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla gestione e alla pianificazione territoriale della qualità dell’aria.
Tale norma stabilisce quali sono le sostanze inquinanti e ne regola in modo preciso le percentuali di concentrazioni ammissibili.
Fra le principali sostanze nocive riconosciute, ci sono il biossido di zolfo (SO2), il biossido di azoto (NO2), gli ossidi di azoto (NOX), il monossido di carbonio (CO), il particolato (PM10 e PM2.5), il piombo (Pb), il benzene (C6H6), il cadmio (Cd), il nichel (Ni), l’arsenico (As), e il benzo(a)pirene (BaP).
La legge sull’inquinamento provocato dalle navi
Ultimo in ordine di tempo, il Decreto Legislativo del 7 Luglio 2011, che affronta una tematica più specifica, in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, basata sulla lotta all’inquinamento provocato dalle navi e sull’introduzione di sanzioni per le violazioni riscontrate.
Leonardo Academy e l’offerta formativa sulle normative ambientali
Data la crescente sensibilità riconosciuta non solo a livello generale, ma anche a livello normativo, nei confronti delle tematiche ambientali, si è resa assolutamente necessaria la formazione di nuove figure professionali, esperte in materia, attraverso la creazione di percorsi di studio e di approfondimento standard o creati su misura in base alle specifiche necessità dei vari settori produttivi.
La Leonardo Academy, creata su iniziativa del gruppo Leonardo Ambiente, da questo punto di vista, si pone come leader indiscussa del settore: sono numerosi, infatti, i corsi tenuti da un corpo docenti di altissimo livello e orientati alla formazione e all’aggiornamento di operatori pronti a rispondere alle nuove esigenze del mondo del lavoro e alle principali sfide che, giorno per giorno, devono essere affrontate dalle aziende per essere competitive e all’avanguardia.
I corsi sulle normative ambientali, organizzati da Leonardo Academy, sono numerosi e spaziano da quelli incentrati sulla formazione di figure tecniche, specificamente preparate sulla gestione dei vari aspetti legati alla tutela dell’ambiente in ambito aziendale, a quelli basati su approfondimenti dei vari aspetti legislativi, a, infine, speciali corsi di approfondimento sulle più urgenti problematiche connesse alla salvaguardia del territorio e alla sostenibilità.
Il diritto ambientale, infatti, è un tema di strettissima attualità, legato a scenari complessi come quelli offerti dalla crisi climatica in corso.