
Sicurezza sul lavoro e caldo estivo: rischi, doveri e misure preventive
L’emergenza calore è una delle principali minacce per la salute dei lavoratori durante i mesi estivi e in generale per la sicurezza sul lavoro con il caldo estivo. In Italia, ogni anno, ondate di calore sempre più frequenti e intense mettono a rischio la sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e del trasporto. Il cambiamento climatico sta amplificando il problema, rendendo necessaria una maggiore attenzione alla prevenzione dei colpi di calore e allo stress termico.
Secondo l’INAIL, negli ultimi anni si è registrato un aumento degli infortuni legati al caldo, sia in termini di numero che di gravità. Tuttavia, troppo spesso il rischio microclimatico non viene valutato in modo sistematico nei documenti di valutazione dei rischi aziendali. È quindi fondamentale accendere i riflettori su questo tema e promuovere la diffusione di buone pratiche, specialmente nei mesi di luglio e agosto, quando le temperature superano frequentemente i 35 gradi.
Sicurezza sul lavoro e caldo estivo: cosa dice la normativa?
Il Decreto Legislativo 81/2008 rappresenta il pilastro normativo in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Sebbene non esista una soglia di temperatura massima espressamente indicata oltre la quale interrompere l’attività lavorativa, l’articolo 28 del Decreto prevede che il datore di lavoro debba valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, compresi quelli legati agli agenti fisici come il microclima.
Nel caso del caldo eccessivo, ciò implica l’obbligo per il datore di lavoro di analizzare attentamente l’esposizione al calore nei luoghi di lavoro interni ed esterni, predisporre misure preventive adeguate in funzione della gravità del rischio, e garantire l’informazione e la formazione dei lavoratori in merito ai pericoli connessi e ai comportamenti corretti da adottare. È importante sottolineare che l’omissione di tale valutazione può configurare una responsabilità penale, soprattutto in caso di infortunio grave o decesso per colpo di calore.
Chi rischia di più durante le ondate di calore?
I soggetti più vulnerabili al rischio da stress termico sono prevalentemente i lavoratori impiegati all’aperto, come quelli dell’agricoltura, dell’edilizia o della manutenzione stradale, ma anche chi lavora in ambienti chiusi non climatizzati come magazzini o capannoni con forni industriali. A questi si aggiungono lavoratori con patologie croniche o con condizioni fisiche particolari, come gli anziani o le persone che assumono farmaci che alterano la capacità di termoregolazione.
Anche il contesto organizzativo può influenzare il livello di rischio. In molti settori stagionali, come il turismo o l’agricoltura, la pressione produttiva nei mesi estivi è particolarmente elevata, e ciò può spingere le aziende a incrementare i ritmi di lavoro proprio nei momenti in cui il caldo è più intenso. Questo comporta un aggravio del rischio, spesso sottovalutato, che richiede invece un approccio responsabile e mirato.
Sicurezza sul lavoro e caldo estivo: quali misure adottare concretamente?
Contrastare lo stress da calore nei luoghi di lavoro significa agire su diversi fronti. Una delle prime azioni da considerare è la riorganizzazione degli orari di lavoro, anticipando l’inizio delle attività alle prime ore del mattino o posticipandole al tardo pomeriggio per evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata. È fondamentale prevedere pause frequenti in aree ombreggiate o climatizzate, e garantire la disponibilità continua di acqua fresca per favorire l’idratazione dei lavoratori.
Dal punto di vista sanitario, è utile attivare un monitoraggio delle condizioni fisiche dei dipendenti, in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di malessere. Anche l’uso di abbigliamento tecnico adeguato, realizzato con materiali traspiranti e leggeri, può ridurre sensibilmente il rischio. Oltre all’aspetto materiale, riveste un ruolo chiave la formazione del personale. Ogni lavoratore dovrebbe saper riconoscere i sintomi tipici di un colpo di calore, come nausea, vertigini, debolezza, mal di testa o confusione mentale, e sapere come comportarsi in caso di emergenza.
Le indicazioni dell’INAIL e i modelli virtuosi
L’INAIL ha elaborato una guida tecnica dedicata al rischio da calore, nella quale vengono suggerite numerose buone pratiche da adottare a livello aziendale. Tra le più interessanti vi è la possibilità di utilizzare applicazioni meteo per monitorare in tempo reale l’evolversi delle temperature, in modo da attivare eventuali protocolli di emergenza interni. In presenza di ondate di calore estreme, le aziende possono valutare la sospensione temporanea delle attività, privilegiando la tutela della salute rispetto alla produttività immediata.
Anche il Ministero del Lavoro, in accordo con INPS e INAIL, ha previsto strumenti di tutela economica come la cassa integrazione per eventi meteo eccezionali, che include anche i casi in cui le alte temperature rendono insicura l’attività lavorativa.
L’importanza della formazione nei mesi estivi
Se da un lato l’estate rappresenta un periodo di rallentamento delle attività formative, dall’altro proprio questo momento dovrebbe essere sfruttato per rafforzare la cultura della prevenzione. I corsi di aggiornamento obbligatori per lavoratori, preposti e RLS possono infatti integrare moduli dedicati alla gestione del microclima e alla prevenzione del rischio da caldo. Le aziende virtuose investono in percorsi formativi stagionali, che uniscono aggiornamento normativo, simulazioni pratiche e strumenti operativi utili ad affrontare situazioni critiche.
Leonardo Ambiente, attraverso il proprio polo formativo Leonardo Academy, promuove iniziative didattiche su questi temi. I percorsi offerti includono corsi specifici sullo stress termico, sulle misure di primo soccorso in caso di colpo di calore e sull’integrazione della valutazione del rischio microclimatico nel Documento di Valutazione dei Rischi aziendale. Si tratta di strumenti concreti, pensati per essere immediatamente applicabili nel contesto produttivo.
Conclusione: agire prima che sia troppo tardi
Il caldo non è solo un fastidio, ma un rischio concreto e crescente, che può mettere in pericolo la salute e la vita dei lavoratori. Le alte temperature rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria e organizzativa, che deve essere affrontata con senso di responsabilità da parte di datori di lavoro, RSPP e figure della prevenzione aziendale.
Non agire significa esporsi a conseguenze gravi, non solo sul piano della salute ma anche sotto il profilo legale e reputazionale. Al contrario, investire in formazione, prevenzione e adeguamenti organizzativi può fare la differenza tra una stagione estiva sicura e un’estate ad alto rischio.