
La nuova norma UNI 11962 per le scale verticali: sicurezza e innovazione
Il quadro normativo italiano
Nel territorio italiano, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 rappresenta la principale normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questo decreto stabilisce le misure generali di tutela dei lavoratori e si applica a tutti gli aspetti della sicurezza nei luoghi di lavoro. All’art. 113 comma 2 il decreto sancisce l’obbligatorietà della gabbia di protezione quando si utilizzano scale a pioli fisse verticali più alte di 5 metri e stabilisce che “la parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di cm 60”. Tra le caratteristiche principali normate dal decreto troviamo l’indicazione dei piani di riposo: una scala fissa alta 10 metri non ha obbligo di piani di riposo intermedi, ma questi diventano necessari qualora la scala superi i 10 metri di altezza (salvo diverse disposizioni regionali più stringenti).
Il decreto di pari efficacia D.M. 23/3/1998 consente di utilizzare scale fisse metalliche ad un montante con un sistema anticaduta al posto della gabbia. Attenzione però: solamente se l’applicazione della gabbia alla scala costituisce intralcio all’esercizio o presenta notevoli difficoltà costruttive, allora possono essere adottate altre misure anticadute di sicurezza. Per poter installare una linea vita al posto della gabbia, il sistema in opera deve essere quindi certificato secondo il decreto di pari efficacia D.M. 23/3/1998. È importane ricordare che le scale dotate di linea anticaduta – nate per essere utilizzate in tralicci, pozzetti o cantieri – risultano poco pratiche e devono essere utilizzate solamente da professionisti autorizzati ed abilitati all’utilizzo, avendo superato il corso annuale di formazione per l’utilizzo di DPI anticaduta.
Le scale fisse verticali possono essere soggette ad ulteriori regolamenti regionali più restrittivi, ad esempio:
- il decreto regione Veneto nr. 97 del 31/01/2012 prevede, tra l’altro, piani di riposo ogni 4 metri;
- il decreto regione Toscana nr. 62/R 05 prevede, tra l’altro, l’obbligo di protezione anticaduta quanto la scala fissa è più alta di 3 metri (invece dei 5 metri previsti dal DL 81).
Prima di acquistare una scala a norma secondo il D.Lgs. 81/08, è quindi fondamentale verificare eventuali normative regionali.
Il quadro normativo europeo
Oltre alle normative italiane, troviamo la normativa europea EN 14122-4. Questa direttiva permetterebbe alle scale di ottenere la marchiatura CE, necessaria però solo nei casi in cui la scala risulti un mezzo per l’accesso ad un macchinario marchiato CE e, quindi, nei casi in cui si debba certificare tutto l’insieme (macchinario + scala). Tuttavia, la EN 14122-4 è una norma tecnica che risulta incompatibile con il D.L. 81/2008. Per questo motivo, all’interno del territorio italiano possono essere installate ed utilizzate singolarmente solamente scale a gabbia conformi al D.L. 81/2008.
Come si posiziona invece in questo quadro legislativo la più famosa normativa scale UNI EN131? Questa norma indica le regole di buona tecnica, insieme agli usi ed alle definizioni delle varie tipologie di scale. Si tratta però di una direttiva che fa riferimento esclusivamente alle scale portatili e non può essere quindi applicata nel caso di scale fisse verticali come quelle alla marinara.
Normativa italiana ed europea: le principali differenze
Tra la normativa italiana e quella europea vi sono molteplici differenze, tra cui le seguenti.
- Il legislatore italiano nel D.lgs. 81 specifica che la distanza tra il piolo e la gabbia deve essere di 600 mm, mentre la norma europea EN14122 prevede una distanza che va dai 680 agli 800 mm.
- Secondo il D. lgs. 81 la distanza minima tra il muro e il fronte del piolo deve essere di 150 mm mentre per la EN14122 di 200 mm.
- Un’ulteriore differenza risiede nella distanza massima prevista per la gabbia dal suolo che per la legge italiana è di 2500 mm mentre per quella europea può variare da 2200 a 3000 mm.
- Secondo la normativa italiana non è previsto alcun test di resistenza e portata, mentre queste tipologie di prove sono previste dalla norma europea.
- Per raggiungere altezze superiori ai 10 metri, la legislazione italiana dispone l’installazione di piani di riposo intermedi – utili nel caso l’operatore abbia la necessità di recuperare il fiato prima di salire ulteriormente – mentre al di sotto dei 10 metri queste strutture aggiuntive non sono previste. Questi piani di riposo, secondo la normativa europea, sono invece da prevedere ogni 6 metri.
La UNI 11962: un nuovo riferimento tecnico per la sicurezza
La UNI 11962, appena pubblicata, definisce requisiti di sicurezza e criteri progettuali per le scale verticali con inclinazione oltre i 75 gradi. Il documento rappresenta un passo avanti per garantire l’accesso sicuro a edifici, infrastrutture e impianti. Stabilisce requisiti e standard di sicurezza per le scale verticali permanenti con o senza gabbia. Queste scale, ampiamente utilizzate per accedere a vari tipi di opere e infrastrutture, non disponevano fin’ora di una normativa specifica. La norma, sviluppata dal gruppo di lavoro GL 17 “Scale” coordinato da Luca Rossi del Ditsipia (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail) operante sotto l’egida della Commissione Sicurezza di UNI, presieduta da Fabrizio Benedetti, Coordinatore generale della Ctss (Consulenza tecnica salute e sicurezza dell’Inail), si applica alle scale con inclinazione maggiore di 75 gradi, fissate a un supporto e utilizzate in contesti con rischio di caduta dall’alto. Tali scale devono includere almeno una rampa, una protezione anticaduta e uno o più pianerottoli e/o piattaforme per garantire la sicurezza degli utilizzatori.
Le scale sono classificate in due categorie: classe S1, dotata di un sistema anti-caduta guidato, e classe S2, munita di una gabbia di sicurezza. La scelta della scala appropriata deve essere effettuata secondo quanto indicato nelle appendici della norma tenendo conto delle sollecitazioni statiche e dinamiche, come il peso degli utenti e l’utilizzo dei sistemi anti-caduta. La UNI 11962 rappresenta un importante progresso nel settore della sicurezza sul lavoro, fissando standard chiari per progettisti e installatori, con l’obiettivo di prevenire incidenti e garantire accessi sicuri e conformi alle normative.